Giorgio Ravazzolo, Natura morta con arancia, 2000, acrilico su tela, cm 70 x 50

Giorgio Ravazzolo, Natura morta con arancia, 2000, acrilico su tela, cm 70 x 50

Durante la seconda guerra mondiale, Giorgio Ravazzolo si trasferisce da Padova a Palermo, città che lascia poco tempo dopo per trasferirsi in Brasile. Tornerà in Sicilia dopo sette anni e in seguito a un’esperienza di studio da uditore presso l’Accademia di Belle Arti di Belo Horizonte e si definisce “naturalizzato siciliano per scelta, cultura e amore”. A Palermo continuerà la sua attività di pittore portando con se l’esperienza della scuola sudamericana presente nella scelta stilistica e cromatica. Nella tela dal titolo Natura morta con arancia, donata dall’artista al Museo Civico dopo la sua personale presso l’ex chiesa del SS. Crocifisso di Castelbuono, il pittore manifesta un forte interesse naturalistico, descrivendo minuziosamente gli oggetti del quotidiano. In questo caso prende vita un disegno reso attraverso una composizione schematica, sintetica e accurata. L’opera appare permeata da una valenza simbolica, dove la frutta sembra assumere un significato esclusivamente moraleggiante. La frutta, infatti, proprio perché di breve durata, meglio esprime la transitorietà e la caducità della vita umana, divenendo una sorta di memento mori.

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